Charles Spencer Chaplin, noto come Charlie Chaplin
(Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977).
Il personaggio attorno al quale Chaplin costruì larga parte delle sue sceneggiature,
e che gli diede fama universale, fu quello del "vagabondo"
(The Tramp in inglese; Charlot in italiano, francese e spagnolo):
un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo,
vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura,
una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti
e l'andatura ondeggiante.
L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e
alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana
(in particolare delle classi sociali più emarginate)
nell'era del progresso economico e industriale.
Greta Garbo, nome d'arte di Greta Lovisa Gustafsson
(Stoccolma, 18 settembre 1905 – New York, 15 aprile 1990) ,
fra le più celebri di tutti i tempi, sedusse generazioni di appassionati di cinema
con il suo carisma e il suo fascino misterioso. Per la sua bellezza e per la indiscussa bravura,
venne soprannominata la "Divina".
Decise di cambiare il proprio nome in Greta Garbo, ispirandosi a quello di Bethlen Gabor,
sovrano ungherese del XVII secolo. Anche il suo look subì dei progressivi mutamenti.
Nel tempo libero, infatti, amava vestire comodamente,in maniera molto informale
e in tal modo inventò, forse senza esserne consapevole, anche uno stile:
lo stile alla Garbo, caratterizzato da un abbigliamento decisamente androgino,
con giacche di taglio maschile, pantaloni, camicia e cravatta, riuscendo ad imporre
un'immagine innovativa e, nel contempo, sensuale.
Joseph Frank "Buster" Keaton
(Piqua, 4 ottobre 1895 – Woodland Hills, 1º febbraio 1966),
oltre che attore è stato anche regista e sceneggiatore statunitense,
del periodo del cinema
muto classico.
Celebre per l'espressione stralunata e triste dei suoi personaggi e soprattutto per
la mimica e il suo talento "acrobatico" nelle gag che portava sullo schermo, è considerato uno
dei maggiori artisti del genere Burlesque.
Mostro sacro del cinema muto a Hollywood,
il suo cinema fu un meccanismo con continui rovesciamenti di senso,
all'insegna di un esercizio continuo della logica: gli oggetti cambiano di senso,
le azioni semplici diventano complesse e quelle impossibili diventano facilissime;
ciò che sembra innocuo diventa un pericolo e le avversità si rivelano aiuti impensati.
Nei suoi film il mondo reale diventa astratto, surreale, tutto ciò che è sbagliato è anche
giusto e viceversa.
Mary Louise Brooks,meglio conosciuta come Louise Brooks
(Cherryvale, 14 novembre 1906 – Rochester, 8 agosto 1985)
ballerina, showgirl e attrice statunitense del cinema muto, nell'ultima parte della sua vita ha svolto anche
attività di scrittrice e critica cinematografica.
Di temperamento chiuso e per certi versi difficile, esprime al meglio la sua vocazione artistica
in Germania grazie al regista Georg Wilhelm Pabst che le affida, due personaggi dotati di
carisma sensuale: una giovane libera e disinibita costretta da circostanze avverse a
diventare una prostituta ne "Il vaso di Pandora" (1929) e nel "Diario di una donna perduta" (1929).
L'interpretazione di questi film, ispirati dalla "tragedia mostruosa" di Wedekind,
la resero l'incarnazione moderna del
mito della femme fatale: sensuale, provocante, amorale e pericolosa;
ma allo stesso tempo infantile, innocente e pura. Il personaggio di
Lulù cominciò a far presa sull'immaginario collettivo.
Rodolfo Valentino o Rudolph Valentino,
nome d'arte di Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D'Antonguella
(Castellaneta, 6 maggio 1895 – New York, 23 agosto 1926).
Fu uno dei più grandi divi cinematografici della sua epoca.
Il suo stile recitativo fu ammirato da altri grandi, tra cui lo stesso Charlie Chaplin.
Di una bellezza considerata straordinaria, Rodolfo Valentino era dotato di un fascino
magnetico ed ambiguo che ne faceva un latin lover e un tombeur de femmes quanto mai moderno e
differente dai modelli (un po' stereotipati e per certi versi datati) di un Casanova o di un
Don Giovanni; sotto questo aspetto fu anche uno dei primi sex symbol del cinema se non addirittura un
vero e proprio oggetto del desiderio, destinato al culto di massa.
Questo suo fascino oltre che gli indubbi meriti di attore, in un'epoca in cui
il cinema muoveva ancora i primi passi, lo trasformerà in leggenda.
Alla Nazimova, nome d'arte di Mariam Ėdez Adelaida Leventon
(Jalta, 22 maggio 1879 – Los Angeles, 13 luglio 1945),
è stata un'attrice teatrale e attrice
cinematografica russa naturalizzata statunitense.
Da piccola Litigava con i ragazzini che le davano del maschiaccio;
ha lasciato la scuola di Stanislavskij quando cominciò a considerarlo superato;
tra i venti e i trent'anni divenne la più celebre diva delle scene europee e statunitensi;
ad Hollywood dettava legge realizzando film "artistici"; utilizzava la sua villa californiana
per dare festini per sole donne. Questa era la grande Alla Nazimova!
Oggi la ricordiamo per i pettegolezzi riguardanti il suo lesbismo e i baccanali
che amava organizzare; peccato che oltre a questo, pochi sanno che la Nazimova sia stata
unanimemente riconosciuta come la più grande interprete di Ibsen e Cechov.
Hello dear Followers!
Oggi vi posto questo mini "portrait" delle icone del cinema muto...bèh,aggiungerei anche icone dello stile!Adoro questa tipologia di cinema,che mi emoziona e mi fa sognare qui tempi dell'oro! *.*
xoxo Alessandra.C